Cosa potrebbe accadere se un gruppo di esperti di DNA fosse in grado di sapere chi ha frequentato una certa casa o un qualsiasi altro ambiente, o luogo all’aperto, grazie alla raccolta del DNA ambientale?
Tutto nasce da una ricerca negli Stati Uniti d’America ad opera del Whitney Laboratory for Marine Bioscience and Sea Turtle Hospital. Un ospedale dedicato alle tartarughe marine nato nel 2015 e che da allora accoglie le tartarughe marine ferite, ma che studia anche i tumori delle tartarughe marine.
Per capirne di più su come aiutare una specie di tartaruga marina in via di estinzione e come proteggerla dai tumori e non solo. Il centro di ricerca, che fa parte dell’Università della Florida, ha avviato una ricerca del DNA ambientale delle tartarughe sulle spiagge frequentate dalla specie.
L’obiettivo è quello di capire le abitudini della tartaruga e scoprire con una precisione senza precedenti quali località la tartaruga frequenta abitualmente, allo scopo di proteggerla meglio.
Ma cos’è il DNA ambientale?
Fin qui la ricerca legata alle tartarughe marine da parte dell’Università della Florida e del suo laboratorio di bioscienze marine.
Ma cos’è il DNA ambientale? Spiegato in parole semplici, si tratta del DNA rilasciato in ambiente da qualsiasi essere vivente che è transitato per un certo luogo.
Nel caso delle tartarughe marine possono essere piccolissime porzioni di saliva o di altri sieri rilasciati dalla cloaca.
Analizzando il terreno o l’acqua in cui un certo essere vivente si è mosso, è possibile risalire alla sua presenza con una precisione impareggiabile.
Alla ricerca del DNA ambientale delle tartarughe: la scoperta
Come spiega la rubrica LOGIN: del Corriere della Sera, mentre i ricercatori della Florida setacciavano le spiagge alla ricerca dei campioni di DNA ambientale delle tartarughe marine, hanno rinvenuto anche il loro di DNA. Quello umano!
Da qui è scaturito un nuovo filone di indagine scientifica che ha portato gli scienziati a conclusioni che si ipotizzavano impossibili solo pensare fino a poco tempo fa.
Sapere dove sei stato con il tuo DNA ambientale (umano)
Noi tutti siamo consapevoli del fatto che se abbiamo con noi uno smartphone è possibile rintracciarci con una certa approssimazione. Se abbiamo addirittura la geolocalizzazione attiva siamo costantemente monitorati e stiamo lasciando una traccia che viene registrata per mezzo di qualche satellite che si trova sopra le nostre teste.
Ora, con il DNA ambientale anche il più accorto potrebbe non essere in grado di cancellare le sue tracce e la sua presenza in un certo ambiente che ha frequentato, ma che non vuol far sapere di aver frequentato.
Il DNA ambientale dell’uomo per incastrarlo
Immaginate al più efferato degli omicidi di cui si è parlato per anni in Italia, o anche per decenni, e che è rimasto irrisolto.
Ebbene con la tecnica del DNA ambientale sfuggire alle indagini della polizia scientifica sarà pressoché impossibile.
Già, perché proprio come le tartarughe marine anche l’uomo rilascia nell’ambiente il suo DNA e lo fa in molti modi.
Capelli, residui di pelle morta che naturalmente si staccano dal corpo. Senza contare i milioni di micro goccioline di saliva che rilasciamo nell’aria.
Proprio analizzando l’aria degli ambienti di una clinica per animali dove lavorano 6 persone è stato possibile risalire a questi attraverso il DNA rilasciato in ambiente sotto forma di goccioline di saliva sospese nell’aria.
Roba da fantascienza? No è la scienza a cui contribuiscono, involontariamente, anche le tartarughe e nello specifico le tartarughe marine.